Secondo studi recenti, un consumo eccessivo di sale determina:

  1. un aumento della pressione arteriosa,
  2. l’insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa, quali infarto del miocardio e ictus cerebrale;
  3. inoltre, viene associato ad altre malattie cronico-degenerative, quali tumori dell’apparato digerente, in particolare quelli dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un consumo massimo di 5 grammi al giorno di sale, corrispondenti a circa 2 grammi al giorno di sodio.

Purtroppo questi numeri vengono di gran lunga superati!

Il consumo medio giornaliero di sale è risultato superiore a 10 g negli uomini e 8 g nelle donne nei campioni di popolazione relativi agli adulti; NUMERI AHIMÈ SCONCERTANTI!!!!

Purtroppo ogni singolo alimento che arriva sulle nostre tavole, a prescindere se viene consumato durante la merenda pomeridiana, durante i pasti principali, o semplicemente viene utilizzato per dolcificare le nostre giornate, CONTIENE SALE!

Vediamo, infatti, le FONTI NASCOSTE DI SALE in alcuni alimenti che non ci aspettiamo di trovare (dati INRAN).

 

 

Cosa possiamo fare individualmente per ridurre il consumo di sale?

  • Leggere attentamente l’etichetta nutrizionale per scegliere i prodotti a minore contenuto di sale, cioè inferiore a 0.3 grammi per 100 g(corrispondenti a 0.12 g di sodio);
  • Ridurre l’uso di sale aggiunto in cucina, preferendo sicuramente il sale iodato, aggiunto solo nell’acqua di cottura;
  • Limitare l’uso di altri condimenti contenenti sodio (dadi da brodo, maionese, salse, ecc.), utilizzando in alternativa spezie, erbe aromatiche, succo di limone o aceto per insaporire ed esaltare il sapore dei cibi.
  • Ridurre drasticamente il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, alcuni salumi e formaggi, cibi in scatola);
  • Scolare e risciacquare le verdure e i legumi in scatola, prima di consumarli;
  • Evitare l’aggiunta di sale nelle pappe dei bambini, almeno per il primo anno di vita.

Come si evince, ridurre il sale aggiunto è comunque importante, e per evitare di far perdere sapore ai piatti è possibile ricorrere alle spezie oppure al succo di limone e all’aceto, che esaltano la sapidità dei cibi. Poco sale quindi, ma quel poco è opportuno sceglierlo iodato (non marino, non proveniente da posti esotici, non integrale ecc., semplicemente iodato) per coprire i fabbisogni di iodio, micronutriente critico in molte regioni italiane.

 

Dott.ssa Antonella Stallone

Biologa nutrizionista